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Sindrome ICF
ORPHA:2268
Livello di Classificazione: MalattiaRiassunto
La sindrome da instabilità centromerica, immunodeficienza e dismorfismi (ICF) è una malattia rara autosomica recessiva, descritta in circa 50 pazienti, caratterizzata da immunodeficienza (anche se sono presenti le cellule B) e da riarrangiamenti caratteristici in prossimità dei centromeri (eterocromatina pericentromerica) dei cromosomi 1, 16 e, occasionalmente, 9. Altri sintomi variabili di questa sindrome, probabilmente sottodiagnosticata, comprendono lievi dismorfismi, difetto di crescita e ritardo psicomotorio. I livelli sierici di IgG, IgM, IgE e/o IgA sono ridotti, anche se varia il tipo di immunoglobulina deficitaria. Le infezioni ricorrenti costituiscono il sintomo di esordio, di solito nella prima infanzia. La ICF coinvolge sempre un'ipometilazione limitata del DNA e di solito origina dalla mutazione in uno dei geni delle DNA metiltransferasi (DNMT3B). La maggior parte di questa ipometilazione del DNA avviene nelle regioni 1qh, 9h, e 16qh, che sono il sito di delezioni dell'intero braccio, rotture cromosomiche e cromatidiche, allungamento (decondensazione) e giunzioni cromosomiche multiradiali nei linfociti stimolati con mitogeni. Attraverso un meccanismo sconosciuto, il deficit di DNMT3B, che causa ICF, interferisce con la linfogenesi (in uno stadio successivo alla determinazione di classe) o con l'attivazione dei linfociti. Dopo l'identificazione di DNMT3B come gene-malattia nella maggior parte dei pazienti con ICF, è diventata possibile la diagnosi prenatale. Tuttavia, in considerazione della variabilità delle mutazioni DNMT3B, è necessario effettuare preventivamente il sequenziamento di entrambi gli alleli del gene in un consanguineo di primo grado affetto. Il trattamento si basa sulle infusioni regolari di immunoglobuline, per via endovenosa. Recentemente è stato tentato il trapianto di midollo osseo.
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