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Distrofia corneale
Definizione della malattia
Per distrofia corneale si intende un gruppo eterogeneo di malattie non infiammatorie, bilaterali e geneticamente determinate, che di solito colpiscono solo la cornea. Questa definizione è imprecisa, ma continua ad essere utilizzata per il suo valore clinico.
ORPHA:34533
Livello di Classificazione: Gruppo di malattie- Sinonimo/i : -
- Prevalenza: Sconosciuto
- Trasmissione: Autosomica dominante o Autosomica recessiva o Recessiva legata all'X o Trasmissione mitocondriale o Non applicabile
- Età di esordio: Qualsiasi età
- ICD-10: H18.5
- OMIM: -
- UMLS: C0010035 C0010036
- MeSH: D003317
- GARD: -
- MedDRA: 10011005
Riassunto
Dati epidemiologici
La prevalenza delle distrofie della cornea è variabile, ma nel complesso si tratta di malattie rare. Un'indicazione precisa del numero di ciascun tipo di distrofia corneale non è disponibile, in quanto non tutti i casi vengono correttamente identificati o riportati in un registro.
Descrizione clinica
Le distrofie della cornea si possono classificare clinicamente in tre gruppi, in base alla localizzazione anatomica dell'anomalia, unica o prevalente della cornea. Alcune colpiscono soprattutto l'epitelio corneale, la sua membrana basale o lo strato di Bowman e lo stroma corneale superficiale (distrofie corneali anteriori), lo stroma corneale (distrofie corneali stromali), o la membrana di Descemet e l'endotelio corneale (distrofie corneali posteriori). La maggior parte delle distrofie corneali non si associa a sintomi sistemici. Caratteristica è la formazione di opacità di forma variabile in una cornea chiara od opaca. Tali opacizzazioni causano una ridotta acuità visiva, variabile a seconda della loro entità.
Dati eziologici
Le diverse distrofie corneali possono essere causate dalle mutazioni nei geni CHST6, COL8A2, KRT3, KRT12, PIP5K3, SLC4A11, TACSTD2, TCF4, TGFBI, e UBIAD1. Lo studio delle mutazioni genetiche ha portato all' individuazione dei difetti responsabili e alla messa a punto di test diagnostici molecolari specifici. I geni coinvolti in altre distrofie corneali non sono ancora stati identificati, ma sono stati individuati diversi altri loci cromosoma-specifici.
Metodi diagnostici
Dato che i segni clinici variano notevolmente nei diversi sottotipi, il sospetto di distrofia corneale si pone nel caso di perdita della trasparenza corneale o di opacizzazione spontanea della cornea, soprattutto se bilaterale, e qualora siano presenti altri soggetti affetti nella famiglia. La diagnosi clinica si basa sull'età di esordio e sull'aspetto clinico della cornea al biomicroscopio con lampada a fessura. Quando si rimuove il tessuto corneale, esso dovrebbe essere esaminato mediante microscopia ottica e microscopia elettronica a trasmissione (TEM), per sottotipizzare la distrofia corneale specifica. Nelle distrofie per le quali la mutazione genetica è nota, è possibile eseguire l'analisi molecolare per confermare la diagnosi.
Diagnosi differenziale
La diagnosi differenziale si pone con le gammopatie monoclonali, il deficit di lecitina-colesterolo-aciltransferasi, la malattia di Fabry, la cistinosi, la tirosinemia tipo 2, le malattie sistemiche da accumulo lisosomiale (mucoplisaccaridosi, lipidosi, mucolipidosi) e varie malattie della cute (ittiosi legata all'X, cheratosi follicolare spinulosa decalvante).
Diagnosi prenatale
La diagnosi prenatale delle distrofie corneali causate da mutazioni genetiche note è teoricamente possibile, anche se non giustificata eticamente, in quanto si tratta di patologie con normali aspettative di vita.
Consulenza genetica
Le distrofie corneali possono essere trasmesse con modalità autosomica dominante, autosomica recessiva o recessiva legata all'X. Data la grande eterogeneità dei segni clinici e delle modalità di trasmissione delle forme note di distrofia corneale, è possibile offrire ai pazienti una consulenza genetica mirata, soprattutto in termini di trattamento e prognosi.
Presa in carico e trattamento
La presa in carico delle distrofie corneali varia a seconda della malattia specifica. In alcuni casi si interviene farmacologicamente o chirurgicamente con la rimozione o l'ablazione della parte anomala del tessuto corneale, come ad esempio con la cheratoplastica lamellare endoteliale profonda (DLEK) o con la cheratectomia fototerapeutica (PTK). Per altre distrofie meno debilitanti o asintomatiche, la terapia non è necessaria.
Prognosi
La prognosi varia in quanto la malattia può causare effetti minimi sulla capacità visiva fino alla cecità, con una spiccata variabilità fenotipica.
Informazioni dettagliate
Articolo per i professionisti
- Informazioni in breve
- Greek (2012, pdf)
- Polski (2012, pdf)
- Articolo di revisione
- English (2009)
Informazioni supplementari