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Aceruloplasminemia
ORPHA:48818
Livello di Classificazione: MalattiaRiassunto
L'aceruloplasminemia è una malattia neurodegenerativa da accumulo di ferro nel cervello (NBIA; si veda questo termine), ad esordio nell'età adulta, caratterizzata da anemia, degenerazione retinica, diabete e vari sintomi neurologici. Sono stati descritti 56 casi. La prevalenza è stata stimata intorno a 1/1.000.000-1/1.200.000. L'aceruloplasminemia si manifesta nell'adulto con sintomi neurologici, compresa l'atassia, i movimenti involontari (blefarospasmo, contrazioni del viso, distonia della faccia e del collo, tremori e corea), parkinsonismo, depressione e deficit cognitivo, accompagnati da degenerazione retinica, diabete mellito e anemia refrattaria al trattamento con il ferro. L'aceruloplasminemia è causata dalla completa assenza dell'attività della ceruloplasmina ferrossidasi dovuta a mutazioni omozigoti del gene della ceruloplasmina (CP) (3q23-q24), ereditate con modalità autosomica recessiva. La diagnosi si basa sull'assenza della ceruloplasmina sierica e, in varia combinazione, sulla bassa concentrazione sierica di rame e di ferro, sull'alta concentrazione sierica di ferritina e sull'accumulo intraepatico del ferro. La diagnosi è suggerita dal riscontro alla risonanza magnetica cerebrale di una caratteristica anomala bassa intensità di segnale, che riflette l'accumulo di ferro nel cervello (striato, talamo, nucleo dentato) e nel fegato, nelle immagini T1, T2 pesate. L'analisi genetica può confermare la diagnosi. La diagnosi differenziale si pone con le altre forme di NBIA a esordio tardivo, lentamente progressive, compresa la neurodegenerazione atipica associata al difetto di pantotenato-chinasi (PKAN), la neuroferritinopatia, l'emocromatosi ereditaria, la malattia di Wilson, la malattia di Huntington, l'atrofia dentato-rubro-pallido-luisiana (DRPLA), la malattia di Parkinson giovanile, le atassie spinocerebellari ereditarie (si vedano questi termini) e gli effetti o la tossicità da farmaci. La diagnosi prenatale per le gravidanze ad aumentato rischio può essere disponibile presso laboratori specializzati, nei casi in cui la mutazione responsabile della malattia sia stata preventivamente identificata in un soggetto affetto della famiglia. Il trattamento si basa sulla somministrazione orale o endovenosa di chelanti del ferro (deferiprone o deferasirox), che producono un miglioramento del diabete e dei sintomi neurologici. La combinazione di desferoxamina e plasma umano fresco congelato (FFP) contribuisce a ridurre il contenuto epatico di ferro. Gli antiossidanti, come la vitamina E, e la somministrazione orale di zinco possono prevenire il danno tissutale. La prognosi è legata all'insufficienza cardiaca da accumulo di ferro nell'organo. Sono noti 5 pazienti con aceruloplasminemia deceduti per insufficienza cardiaca, probabilmente secondaria all'accumulo intracardiaco di ferro in un arco di 60 anni. In assenza di insufficienza cardiaca e con un adeguato trattamento del diabete, la prognosi è buona.
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- Articolo di genetica clinica
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