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Atrofia ottica autosomica dominante, forma classica
Definizione della malattia
L'atrofia ottica autosomica dominante (ADOA) è una delle forme più comuni di neuropatia ottica ereditaria (si veda questo termine). È caratterizzata dalla perdita progressiva della visione bilaterale nella prima decade di vita, associata a pallore del disco ottico e anomalie del campo visivo e della visione dei colori.
ORPHA:98673
Livello di Classificazione: MalattiaRiassunto
Un testo più recente su questa malattia è disponibile in inglese
Dati epidemiologici
La prevalenza è variabile, compresa tra 1/10.000 in Danimarca (a causa di un effetto del fondatore) e 1/35.000 nel Regno Unito.
Descrizione clinica
Di solito la malattia viene diagnosticata nella prima decade di vita, spesso attraverso i programmi scolastici di screening della vista, ma è possibile anche un esordio più tardivo. In genere la compromissione della vista è moderata (l'acuità visiva varia tra 20/80 e 20/120), ma può anche essere lieve o grave. I difetti del campo visivo di solito sono centrocecali, centrali o paracentrali. Spesso è interessata la visione dei colori, di solito, ma non sempre, l'asse blu-giallo (tritanopia). I pazienti possono essere asintomatici, anche se portano la mutazione. Circa il 20% dei pazienti presenta segni clinici extraoculari, come la sordità neurosensoriale o altri sintomi neurologici più gravi, che si estrinsecano successivamente come miopatia, atassia, neuropatia periferica e oftalmoplegia esterna progressiva cronica (ADOA plus; si veda questo termine).
Dati eziologici
La maggior parte dei pazienti affetti da ADOA presenta mutazioni nel gene OPA1 (3q29), che codifica per una proteina della membrana mitocondriale interna coinvolta in maniera complessa nella biogenesi mitocondriale, nella replicazione del DNA mitocondriale e nella stabilità della rete. La compromissione della vista è molto variabile tra famiglie e all'interno della stessa famiglia, anche quando la mutazione è identica.
Metodi diagnostici
La diagnosi viene ipotizzata nei bambini che presentano perdita della vista associata ad una storia familiare positiva (che può tuttavia mancare nel 50% dei casi). L'analisi del fondo oculare evidenzia pallore bilaterale e asimmetrico del lato temporale del disco ottico, atrofia del contorno del nervo ottico e presenza di una semiluna temporale grigia, talvolta associata a deformazione a coppa del disco. Di solito i potenziali evocati visivi (PEV) sono ritardati e l'elettroretinogramma evidenzia un'anomalo rapporto N95:P50, con una riduzione dell'ampiezza della forma dell'onda N95, suggestiva di alterazioni nello strato delle cellule ganglionari. La tomografia a coerenza ottica (OCT) evidenzia una riduzione generalizzata dello spessore dello strato delle fibre nervose retiniche peripapillari, soprattutto nel quadrante infero-temporale. La diagnosi viene confermata attraverso lo screening genetico del gene OPA1.
Diagnosi differenziale
La diagnosi differenziale si pone con tutte le forme comuni di neuropatia ottica (da compressione, infiammazione, ischemia, da cause tossiche e metaboliche). Altre neuropatie ottiche ereditarie, come la neuropatia ottica ereditaria di Leber e la sindrome di Wolfram (si vedano questi termini), sono caratterizzate da segni clinici d'esordio diversi (che successivamente possono associarsi ad altri sintomi neurologici o sistemici), anche se il quadro clinico finale della neuropatia ottica non è specifico.
Diagnosi prenatale
La ricerca di una mutazione in epoca prenatale può essere proposta alle famiglie con mutazioni note, anche se è necessario spiegare che non tutti i portatori della mutazione svilupperanno la malattia.
Consulenza genetica
La trasmissione è autosomica dominante, con penetranza del 50%.
Presa in carico e trattamento
Non sono disponibili trattamenti risolutivi. L'uso di ausili per la vista può essere benefico nei pazienti che presentano una grave riduzione dell'acuità visiva. Si raccomanda di evitare il fumo, l'eccessiva assunzione di bevande alcoliche e di farmaci che possono causare tossicità mitocondriale. Sono stati descritti casi sporadici nei quali l'idebenone è stato efficace; sono tuttavia necessari studi clinici randomizzati controllati.
Prognosi
La compromissione della vista nel quadro dell'ADOA è in genere irreversibile; sono stati descritti solo alcuni casi di guarigione spontanea. Di solito la perdita della vista è lieve, ma in alcuni pazienti può peggiorare successivamente. La malattia non influisce sullo sviluppo intellettivo e sull'aspettativa di vita. I pazienti hanno una vita familiare e sociale normale, sebbene talvolta l'inserimento professionale possa essere problematico. Sono comuni l'ansia e la depressione.
Informazioni dettagliate
Articolo per i professionisti
- Articolo di revisione
- English (2012)
- Articolo di genetica clinica
- English (2015)
Informazioni supplementari