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Tifo
Definizione della malattia
Il tifo o febbre tifoide è una malattia infettiva fecale-orale, potenzialmente letale, soggetta a possibile notifica, dovuta al batterio Salmonella Typhi e caratterizzata da febbre non focale.
ORPHA:99745
Livello di Classificazione: MalattiaRiassunto
Dati epidemiologici
La prevalenza non è nota, ma è descritto più comunemente in Asia, Africa e Sud America, dove l'accesso all'acqua potabile correttamente trattata può essere limitato. È raro in Europa e nei paesi occidentali e in genere è presente solo se importato da un'area endemica. L'incidenza annuale in Europa è inferiore a 1/30.000 persone/l'anno.
Descrizione clinica
I sintomi di solito compaiono 1-7 giorni dopo l'ingestione dei batteri: febbre elevata (39-40°), brividi, costipazione o diarrea, cefalea, gastralgie, malessere, eruzione di macchie piatte rosacee sul torace ed epato-splenomegalia. La temperatura aumenta per 2-3 giorni e rimane elevata per 10-14 giorni, con bradicardia e prostrazione. Nei casi gravi, può insorgere delirio, stato stuporoso e coma. Nell'1-2% dei pazienti, le lesioni intestinali possono esitare in emorragie e morte. Altri pazienti possono sviluppare polmonite nella 2-3° settimana. L'emorragia e la perforazione dell'intestino (di solito nell'ileo terminale) è una complicazione grave, che si può manifestare 2-3 settimane dopo l'infezione, soprattutto nei paesi in via di sviluppo, dove non è sempre disponibile il trattamento. Il periodo di convalescenza può durare diversi mesi. I pazienti possono restare portatori dopo la remissione dei sintomi. Il trattamento permette alla maggior parte dei pazienti di ristabilirsi dopo 5-7 giorni di terapia. Il decesso è estremamente raro.
Dati eziologici
Il tifo è causato da diverse varianti sierologiche di Salmonella enterica, un batterio Gram-negativo: S. Typhi è la più comune. È trasmesso per via fecale-orale da uomo a uomo, quando il cibo o l'acqua sono contaminati dalle feci di persone infette. Non è noto un serbatoio animale. Una volta ingeriti, i batteri S. Typhi si moltiplicano all'interno dei macrofagi e si diffondono in tutto il corpo attraverso il sangue, raggiungendo midollo osseo, fegato e cistifellea, per essere espulsi attraverso la bile e le feci. I portatori asintomatici possono diffondere la malattia dopo la colonizzazione nella cistifellea.
Metodi diagnostici
La diagnosi si sospetta nei pazienti con febbre, che hanno di recente viaggiato in un'area endemica. L'unico metodo oggi in grado di confermare in modo categorico la diagnosi è la coltura microbiologica del sangue o midollo osseo, per identificare S. Typhi o altri organismi tifoidi. Il test di agglutinazione di Widal è usato solo nei paesi in via di sviluppo, in quanto è rapido, economico ed eseguibile presso laboratori non specializzati, ma ha limiti in termini di sensibilità e specificità.
Diagnosi differenziale
Gli altri patogeni parassitari, batterici o virali, in grado di causare malattie simili al tifo, sono la malaria, la febbre dengue, la leptospirosi, la rickettsia del gruppo tifo e l'influenza.
Presa in carico e trattamento
Il tifo è trattato con gli antimicrobici, in genere i fluorochinoloni, essenziali per la clearance batterica. I pazienti di solito iniziano a rimettersi dopo 2-3 giorni, anche se devono completare il ciclo di trattamento per prevenire recidive o il mantenimento latente dell'infezione. Se insorge una perforazione intestinale, è necessario l'intervento chirurgico immediato. Quando si viaggia in paesi in cui il tifo è endemico, si raccomanda la vaccinazione. I due vaccini autorizzati attualmente disponibili sono quello vivo attenuato orale Ty21a e quello polisaccaridico parenterale Vi. I viaggiatori devono adottare precauzioni per evitare di ingerire acqua e cibi non sicuri, preparati in condizioni non igieniche. Tutti i casi di tifo devono essere notificati. Il cibo non deve essere preparato da persone infettate di recente dal tifo, in quanto potrebbero essere ancora portatori.
Prognosi
In caso di trattamento tempestivo con antibiotici, la prognosi è buona e di rado insorgono delle complicazioni. Senza trattamento, il tasso di mortalità può arrivare al 20%.
Informazioni supplementari