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Sindrome ipereosinofila idiopatica
ORPHA:3260
Livello di Classificazione: Malattia- Sinonimo/i : -
- Prevalenza: Sconosciuto
- Trasmissione: -
- Età di esordio: Età adulta
- ICD-10: D47.5
- OMIM: 607685
- UMLS: C0206141
- MeSH: -
- GARD: -
- MedDRA: -
Riassunto
Un testo più recente su questa malattia è disponibile in inglese
Le sindromi ipereosinofiliche (HES) sono un gruppo eterogeneo di malattie rare, caratterizzate da un aumento marcato e persistente dei granulociti eosinofili (>1.5x10(9)/L per più di sei mesi consecutivi), che si associa a un documentato danno d'organo indotto dagli stessi eosinofili, quando siano state escluse altre cause di ipereosinofilia, come le patologie allergiche, le malattie parassitarie e i tumori maligni. La prevalenza non è nota. Le HES si manifestano molto spesso nei pazienti giovani o di mezza età, ma possono colpire qualsiasi fascia di età. È stata segnalata una prevalenza del sesso maschile (rapporto 4-9:1) in alcune serie storiche, ma è probabile che questo dato rifletta la distribuzione quasi esclusivamente maschile di una mutazione sporadica delle cellule staminali ematopoietiche identificata recentemente in una variante della malattia. Il danno agli organi bersaglio, mediato dagli eosinofili, è estremamente variabile; in oltre il 50% dei casi possono essere coinvolti la cute, il cuore, i polmoni e il sistema nervoso centrale e periferico. Altre complicazioni comuni sono l'epato-splenomegalia, la gastroenterite eosinofila e i disturbi della coagulazione. I recenti progressi nella comprensione della patogenesi della malattia hanno dimostrato che l'ipereosinofilia può essere causata dal coinvolgimento primitivo delle cellule mieloidi, in particolare dalla delezione interstiziale del cromosoma 4q12, che causa la fusione genica FIP1L1-PDGFRA (variante F/P+), oppure dall'aumento della produzione di interleuchina (IL)-5 dovuta all'espansione clonale della popolazione di cellule T (variante linfocitica), che è spesso caratterizzata dal fenotipo CD3-CD4+. La diagnosi delle HES si basa sul riscontro di un'ipereosinofilia marcata e persistente in grado di produrre un danno d'organo e dall'esclusione di altre cause di ipereosinofilia, come le malattie allergiche, la malattie parassitarie, i tumori maligni solidi e ematologici, la malattia di Churg-Strauss (si veda questo termine) e l'infezione da HTLV. Una volta che questi requisiti sono stati soddisfatti, è possibile eseguire ulteriori test, in modo da effettuare un'eventuale classificazione patogenetica, mediante approcci funzionali e citogenetici appropriati. La presa in carico terapeutica dipende dalla gravità della malattia e dall'eventuale riscontro delle varianti patogeniche. Per i pazienti affetti dalla variante F/P+, la terapia di prima scelta è l'imatinib. Per gli altri pazienti, inizialmente la terapia prevede l'impiego di corticosteroidi; nei casi resistenti ai corticosteroidi o in quelli nei quali è preferibile non somministrarli, si possono usare agenti come l'idrossicarbamide, l'interferon-alfa e l'imatinib. Recenti osservazioni suggeriscono che il mepolizumab, un anticorpo anti-IL-5, rappresenta un efficace agente risparmiatore di corticosteroidi nei pazienti F/P-negativi. La prognosi è migliorata in modo significativo dopo le recenti scoperte sulla patogenesi delle HES e oggi dipende largamente dalla presenza di un'insufficienza cardiaca irreversibile o da un'eventuale trasformazione maligna delle cellule linfoidi o mieloidi.
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