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Miopatia centronucleare legata all'X
ORPHA:596
Livello di Classificazione: MalattiaRiassunto
La miopatia centronucleare legata all'X (XLMTM) è una malattia neuromuscolare ereditaria caratterizzata da numerosi nuclei situati centralmente sulle biopsie muscolari e dai segni clinici della miopatia congenita. L'incidenza è stimata in 1 ogni 50.000 nati maschi. La malattia è caratterizzata da un fenotipo grave nei maschi, che presentano alla nascita debolezza, ipotonia e insufficienza respiratoria marcate. Sono comuni i sintomi prenatali, come la riduzione dei movimenti fetali e il polidramnios. Le radiografie del torace nei neonati rivelano l'assottigliamento delle costole. Il primo sintomo è l'asfissia alla nascita. È comune nella storia familiare la ricorrenza di morti neonatali in soggetti di sesso maschile e/o gli aborti. I neonati affetti sono spesso macrosomici, con una lunghezza del corpo superiore al 90° centile e macrocrania. È presente spesso oftalmoplegia esterna. È comune il criptorchidismo. Sono stati osservati emangiomi cavernosi del fegato e la stenosi del piloro nei pazienti che sopravvivono più a lungo. La maggior parte delle portatrici della malattia è asintomatica oppure presenta solo i segni della debolezza muscolare. La malattia può evidenziarsi in alcune femmine, in concomitanza con altre anomalie genetiche, come la non casualità dell'inattivazione dell'X. Nelle femmine l'incontinenza urinaria è un ulteriore segno clinico, che suggerisce il coinvolgimento della muscolatura liscia. L'XLMTM è dovuta alle mutazione del gene della miotubularina (MTM1; Xq27.3-q28). La diagnosi si basa sui segni istopatologici sulle biopsie muscolari in associazione agli altri segni clinici suggestivi. I test genetici confermano la diagnosi e la consulenza genetica è consigliata a tutti i pazienti e alle loro famiglie. Le principali diagnosi differenziali si pongono con la distrofia miotonica congenita e con le altre malattie caratterizzate da ipotonia neonatale grave (si vedano questi termini). Al momento non esiste alcun trattamento risolutivo. La presa in carico è sintomatica e si basa su un approccio multidisciplinare. Nella maggior parte dei casi, il decorso è fatale nei primi mesi di vita. Una parte dei maschi affetti sopravvive fino all'adolescenza o addirittura più a lungo. In questi casi, la sopravvivenza dipende dagli interventi medici e dall'ausilio costante della ventilazione.
Informazioni dettagliate
Articolo per il grande pubblico
Articolo per i professionisti
- Informazioni in breve
- Greek (2009, pdf)
- Articolo di revisione
- English (2008)
- Guida per il test diagnostico
- English (2012, pdf)
Informazioni supplementari