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Malattia di Farber
Definizione della malattia
È una malattia del tessuto sottocutaneo, caratterizzata da un quadro clinico variabile, che va dalla classica triade deformazioni progressive e dolorose degli arti, noduli sottocutanei e raucedine progressiva (secondaria all'interessamento della laringe) ad esordio neonatale, fino a fenotipi variabili con interessamento respiratorio e neurologico.
ORPHA:333
Livello di Classificazione: MalattiaRiassunto
Dati epidemiologici
Sono stati descritti circa 200 casi.
Descrizione clinica
Il quadro clinico è molto variabile. La forma classica esordisce a 3-6 mesi di età con dolore, tumefazione e rigidità delle articolazioni delle mani e dei piedi, noduli sottocutanei prominenti nei punti in cui viene esercitata una pressione e raucedine progressiva, che esita nell'afonia secondaria all'infiltrazione delle corde vocali. Possono associarsi anomalie cardiache, polmonari e neurologiche. In alcune forme, il deterioramento neurologico progressivo è marcato ed è caratterizzato da crisi epilettiche, paraparesi e ritardo dello sviluppo. La forma più grave, ad esordio neonatale, si manifesta alla nascita con idrope ad origine fetale, letargia, ritardo della crescita, epatosplenomegalia, rapido deterioramento neurologico e infiltrazioni granulomatose in vari organi (fegato, milza, polmoni). Sono state descritte anche forme più lievi, senza anomalie neurologiche e con un'aspettativa di vita più lunga. In alcuni pazienti, la malattia esordisce nell'infanzia sotto forma di atrofia muscolare spinale, associata ad epilessia mioclonica progressiva (SMA-PME), in assenza di noduli sottocutanei.
Dati eziologici
La malattia di Farber è causata da mutazioni nel gene della N-acil-sfingosina amidoidrolasi (ASAH1) (8p22), che codifica la ceramidasi acida, un enzima lisosomiale che idrolizza la ceramide in sfingosina ed acido grasso libero. Un deficit nell'attività di questo enzima comporta un accumulo di ceramide nella maggior parte dei tessuti.
Metodi diagnostici
La diagnosi si basa sulle analisi cliniche e di laboratorio, in particolare il dosaggio dell'attività della ceramidasi acida nei leucociti del sangue periferico, nei linfociti in coltura o nelle colture di fibroblasti cutanei. In alternativa, la diagnosi è possibile analizzando la concentrazione della ceramide nelle cellule o nei tessuti coltivati, oppure con lo studio del catabolismo della ceramide lisosomiale nelle cellule in coltura. Di solito le analisi molecolari permettono di individuare le mutazioni nel gene ASAH1, a conferma della diagnosi.
Diagnosi differenziale
La diagnosi differenziale si pone con l'artrite idiopatica giovanile, la sindrome della cute rigida, la dermopatia restrittiva letale e l'encefalopatia da deficit di prosaposina.
Diagnosi prenatale
La diagnosi prenatale mediante analisi del DNA è possibile nelle famiglie che presentano una mutazione patogenetica nota. In alternativa, la diagnosi prenatale è possibile misurando l'attività della ceramidasi acida negli amniociti in coltura o nei villi coriali.
Consulenza genetica
La trasmissione è autosomica recessiva; la consulenza genetica è possibile e deve essere proposta ai genitori portatori di una mutazione patogenetica per informali della probabilità del 25% di trasmettere la mutazione ai figli.
Presa in carico e trattamento
Attualmente non è disponibile alcuna terapia efficace. il trattamento è sintomatico e si basa sull'uso di analgesici e corticoidi e sul ricorso alla chirurgia plastica. Il trapianto allogenico di cellule staminali ematopoietiche costituisce un approccio promettente per i pazienti con limitato interessamento neurologico.
Prognosi
La prognosi è variabile; alcuni pazienti muoiono nei primi giorni di vita (forma neonatale grave), mentre altri sopravvivono fino all'adolescenza o all'inizio dell'età adulta (forme più lievi).
Informazioni dettagliate
Articolo per i professionisti
- Informazioni in breve
- Hebrew (2021, pdf)
- Articolo di genetica clinica
- English (2018)
Informazioni supplementari