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Trombofilia ereditaria da deficit congenito della proteina S
ORPHA:743
Livello di Classificazione: MalattiaRiassunto
Il deficit congenito della proteina S è una malattia ereditaria della coagulazione, caratterizzato da trombosi venose secondarie alla riduzione della sintesi e/o dell'attività della proteina S. La prevalenza del deficit parziale di proteina S (soggetti eterozigoti) è stimata tra 0,16 e 0,21% nella popolazione generale. La prevalenza del deficit grave di proteina S (soggetti omozigoti o eterozigoti composti) non è nota, anche se probabilmente è paragonabile a quella del deficit grave di proteina C, che è stimato in 1/500.000. I due sessi sono interessati in uguale misura. Il deficit grave di proteina S si manifesta nelle ore o nei giorni successivi alla nascita, con porpora fulminante (si veda questo termine) o trombosi venosa massiva. La porpora fulminante mette a rischio la vita del paziente e causa coagulazione disseminata e necrosi tissutale. Può manifestarsi una retinopatia grave del prematuro (ROP) (si veda questo termine). I pazienti eterozigoti sono di solito asintomatici nell'età adulta. Gli episodi trombotici sono dovuti principalmente ad altri fattori di rischio, come gli interventi chirurgici, la gravidanza o l'immobilizzazione protratta. La trombosi venosa profonda degli arti inferiori, con o senza embolia polmonare, è il segno più comune della malattia. Può insorgere anche una trombosi arteriosa. Il deficit di proteina S è dovuto alle mutazioni del gene PROS1 (3q11-q11.2). La trasmissione è autosomica recessiva. La diagnosi si basa sulla misurazione dell'attività anticoagulante della proteina S e dei suoi livelli antigenici (proteina S totale o libera). Sono note tre forme biologiche. Il tipo 1 e il tipo 3 sono deficit quantitativi, con livelli bassi di antigene libero (in presenza di livelli normali di proteina S totale nel deficit di tipo 3 e livelli più bassi di proteina S totale nel tipo 1). Il tipo 2 è un deficit qualitativo, con livelli normali di proteina S totale e libera. Sono disponibili test molecolari, anche se non sono utili ai fini diagnostici. La diagnosi differenziale si pone con le altre trombofilie ereditarie, come i deficit di antitrombina e di proteina C (si vedano questi termini). La diagnosi prenatale è possibile nelle famiglie con bambini affetti e si basa sull'identificazione della mutazione patogenetica sul DNA estratto dai villi coriali. Può rendersi necessaria la somministrazione di plasma fresco congelato trattare inizialmente la porpora fulminante del neonato. È necessaria la chirurgia per rimuovere le lesioni trombotiche. I pazienti affetti da trombosi vengono trattati con terapia anticoagulante (eparina, wafarina). Particolare attenzione deve essere rivolta al rischio di necrosi cutanea indotta da coumarina. È indicato il trattamento preventivo nei casi che presentano un'anamnesi familiare positiva per le malattie trombotiche al momento del parto o in occasione di interventi chirurgici. La prognosi è grave nei pazienti omozigoti o eterozigoti composti. La prognosi è buona nei pazienti eterozigoti. La terapia e un controllo adeguato riducono significativamente il rischio di tromboembolia. Il decesso può essere causato da un'embolia polmonare.
Un testo su questa malattia è disponibile in Deutsch (2009) English (2009) Español (2009) Français (2009) Nederlands (2009) Português (2009)
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