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Lipodistrofia generalizzata acquisita
ORPHA:79086
Livello di Classificazione: Malattia- Sinonimo/i
:
- Diabete lipoatrofico acquisito
- Sindrome di Lawrence
- Sindrome di Lawrence-Seip
- Prevalenza: 1-9 / 100 000
- Trasmissione: Non applicabile
- Età di esordio: Qualsiasi età
- ICD-10: E88.1
- OMIM: -
- UMLS: C0271693 C3665770
- MeSH: -
- GARD: 12603
- MedDRA: -
Riassunto
La lipodistrofia generalizzata acquisita appartiene al gruppo delle sindromi lipodistrofiche da perdita di tessuto adiposo. È una sindrome da insulino-resistenza che comporta un aumento del rischio cardiovascolare. La lipodistrofia generalizzata acquisita è correlata a perdita selettiva di tessuto adiposo sottocutaneo, che si manifesta esclusivamente sulle estremità (facies, arti inferiori e superiori, palmo delle mani e, a volte, pianta dei piedi). Sono stati descritti oltre 100 casi con un rapporto F/M di 3:1. Il fenotipo clinico è simile a quello della sindrome di Berardinelli-Seip (si veda questo termine), ma la lipoatrofia compare successivamente durante l'infanzia, l'adolescenza o l'età adulta, facendo ritenere che si tratti di una condizione acquisita. In alcuni casi, la perdita di tessuto adiposo è localizzata, soprattutto se è preceduta da una panniculite. La sindrome si associa ad appetito vorace e accelerazione della crescita durante l'adolescenza. In 1/3 dei casi si manifesta acanthosis nigricans e la sindrome dell'ovaio policistico (si vedano questi termini). Sono comuni anche l'epatomegalia con steatosi e il rischio di progressione verso la cirrosi. Dal punto di vista biologico, si riscontra iperinsulinemia e diabete insulino-resistente, spesso associati a grave ipertrigliceridemia, con bassi livelli plasmatici di leptina e adiponectina. Recentemente è stata osservata proteinuria associata a glomerulosclerosi focale segmentale o a glomerulonefrite membranosa-proliferativa e a una deregolazione dell'ormone della crescita. Sono state descritte tre forme della malattia: 1) una forma con panniculite (infiammazione dei noduli seguita da lipoatrofia); 2) una forma autoimmune che si associa di solito ad altre condizioni, come l'epatite cronica attiva, la tiroidite di Hashimoto e l'anemia emolitica, oppure alla dermatomiosite e alla sindrome di Sjögren (si vedano questi termini); 3) una forma idiopatica. La causa della malattia non è nota. Possono essere individuati fattori scatenanti di tipo infettivo (è stato descritto un caso con panniculite insorta dopo tubercolosi) o autoimmuni. Uno studio recente ha documentato l'attivazione della via classica del complemento (low C4), a differenza di quanto avviene nella lipodistrofia parziale acquisita (si veda questo termine), che colpisce la metà superiore del corpo ed è caratterizzata da un'attivazione della via alternativa del complemento (low C3). Nei pazienti con dermatomiosite è stata descritta la progressione verso la lipoatrofia parziale, focale o generalizzata, che potrebbe costituire una forma di recidiva tardiva, nella quale è più comune la presenza dell'anticorpo anti-p155. Non è stata esclusa l'ipotesi di un fattore genetico alla base della malattia. La diagnosi è clinica e dovrebbe essere confermata mediante una valutazione del grasso corporeo, in particolare attraverso l'assorbimetria a doppio raggio fotonico e la risonanza magnetica. La diagnosi differenziale si pone con le altre forme di insulino-resistenza (sindrome di Rabson-Mendenhall, leprecaunismo, lipodistrofia tipo Berardinelli e la sindrome da insulino-resistenza tipo A e B; si vedano questi termini) e con le altre lipodistrofie. Il trattamento dei sintomi metabolici non è diverso da quello impiegato per le altre forme di insulino-resistenza: esercizio fisico, sensibilizzatori dell'insulina, come la metformina o il pioglitazone, insulina (o preferibilmente analoghi dell'insulina), antiipertensivi, e monitoraggio e trattamento dell'ipertrigliceridemia. L'efficacia della leptina umana ricombinante è stata dimostrata a livello metabolico, ma questa terapia non è disponibile in tutti i paesi. Nelle forme gravi autoimmuni della malattia, può essere indicata la terapia immunosoppressiva. La prognosi non è nota, ma probabilmente correla con il rischio cardiovascolare (legato alla sindrome da insulino-resistenza) e alla causa che scatena la malattia.
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- Linee guida di buona pratica clinica
- English (2016)
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