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Malattia di Kawasaki
Definizione della malattia
La malattia di Kawasaki (KD) è una vasculite sistemica febbrile autolimitante che colpisce i bambini. È caratterizzata dall'infiammazione dei vasi di medie dimensioni, associata ad aneurismi delle arterie coronarie (CAA) che, se non trattati, possono essere letali. Nei Paesi sviluppati, la KD è la causa più comune di cardiopatia acquisita nei bambini e costituisce un fattore di rischio per la cardiopatia ischemica nell'età adulta.
ORPHA:2331
Livello di Classificazione: MalattiaRiassunto
Dati epidemiologici
Sebbene siano stati descritti casi in tutto il mondo, la malattia è più frequente nelle popolazioni asiatiche. L'incidenza annuale in Europa tra i bambini di età inferiore a 5 anni è di 1/12.500 - 1/11.000.
Descrizione clinica
L'età mediana all'esordio è 2 anni; il 75% dei pazienti ha meno di 5 anni. Un segno clinico costante è la febbre (>39°C) che dura più di cinque giorni se non trattata. Di solito i bambini sono molto irritabili. Altri segni clinici caratteristici della malattia sono le alterazioni delle estremità (eritema ed edema del palmo delle mani e della pianta dei piedi con desquamazione della cute dopo 2-3 settimane, in genere nella fase subacuta), eruzione cutanea polimorfa (maculo-papulare, orticaria, eruzione scarlattiniforme, eritrodermia o micropustole), linfoadenopatia (cervicale, spesso monolaterale), congiuntivite bilaterale non essudativa e interessamento delle labbra e della muscosa della bocca (eritema, lingua a fragola, fissurazioni delle labbra). Gli aneurismi delle arterie coronarie sono una complicanza potenzialmente letale che insorge nella fase subacuta (6-8 settimane dopo l'esordio) nel 20-35% dei bambini non trattati. La regressione degli aneurismi giganti (> 8 mm) è molto improbabile, mentre le lesioni più piccole sono di solito transitorie. I segni clinici atipici comprendono la miocardite, la pericardite, il rigurgito valvolare, l'epatite, la diarrea, il dolore addominale, l'idrope della cistifellea, l'artralgia, l'artrite, la mialgia, la meningite asettica, la sordità neurosensoriale, l'uretrite e la piuria sterile.
Dati eziologici
L'eziologia non è nota, ma sono state formulate diverse ipotesi sulla patogenesi della malattia (infezione da microrganismi secernenti tossine; processo indotto da superantigeni). La genetica sembra svolgere un ruolo fondamentale, dato che la malattia è molto più comune nelle popolazioni asiatiche. Studi sull'intero genoma hanno permesso di individuare polimorfismi in singoli nucleotidi che conferirebbero suscettibilità alla malattia.
Metodi diagnostici
La diagnosi si basa sull'esame obiettivo. La KD completa è caratterizzata da febbre e dalla presenza di 4 dei 5 criteri clinici standard (alterazioni delle stremità, eruzione polimorfa, iniezione congiuntivale, alterazioni delle labbra e del cavo orale e linfoadenopatia cervicale). La KD incompleta viene diagnostica in presenza di febbre protratta e di 2-3 criteri dei 5 standard, nonché dei segni clinici specifici della coronaropatia, in particolare gli aneurismi delle arterie coronarie, dopo aver escluso le altre cause di vasculite coronarica. Gli esami di laboratorio (livelli elevati dei marcatori di infiammazione acuta, enzimi epatici, neutrofilia e trombocitosi) non sono specifici ma supportano la diagnosi. L'interessamento coronarico viene monitorato attraverso l'ecocardiografia transtoracica al momento della diagnosi e durante il follow-up (a 2, 6 e 8 settimane).
Diagnosi differenziale
La diagnosi differenziale si pone con le malattie autoimmuni e autoinfiammatorie (lupus eritematoso sistemico, poliarterite nodosa e sarcoidosi), le infezioni batteriche (sindrome da shock tossico batterico, leptospirosi; si vedano questi termini), le infezioni virali (morbillo, enterovirus, virus di Epstein-Barr) e le reazioni alle tossine o ai farmaci.
Presa in carico e trattamento
La somministrazione tempestiva di immunoglobuline (IvIg) per endovena riduce la frequenza delle anomalie coronariche a meno del 5% dei pazienti. Le IvIg vengono somministrate in un'unica dose di 2g/kg (nell'arco delle 24 ore), entro il decimo giorno dall'esordio. Se il trattamento si dimostra inefficace, è possibile passare a trattamenti di seconda linea, ad esempio una nuova somministrazione di IvIg o la somministrazione di metilprednisolone, prednisolone e infliximab. Di solito, nella fase febbrile si somministrano dosi elevate di aspirina (80-100 mg/kg/giorno), seguite da antiaggreganti piastrinici a basso dosaggio (3-5 mg/giorno) per 6-8 settimane.
Prognosi
I casi poco complessi si risolvono senza sequele; i pazienti con aneurismi delle arterie coronarie persistenti sono a rischio di episodi cardiovascolari gravi e gli esiti a lungo termine possono essere complicati dall'insorgenza di cardiopatie ischemiche precoci.
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