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Displasia oculo-dento-digitale
ORPHA:2710
Livello di Classificazione: MalattiaRiassunto
Un testo più recente su questa malattia è disponibile in inglese
La displasia oculo-dento-digitale (DODD) è caratterizzata da anomalie craniofacciali, neurologiche, oculari e degli arti. Sono stati descritti circa 250 casi (per lo più soggetti bianchi). La malattia è caratterizzata da grande variabilità fenotipica intra- e interfamiliare. Le anomalie craniofacciali caratteristiche comprendono il naso sottile con ali ipoplastiche, le narici piccole, anteverse e la columella prominente, l'iperaccrescimento della mandibola, la palatoschisi e la microcefalia. I segni scheletrici consistono nella sindattilia (che interessa le IV-V dita delle mani e/o le dita II-IV dei piedi), nella camptodattilia e nella clinodattilia, da ipoplasia o aplasia delle falangi medie. Possono essere presenti iperostosi del cranio e un allargamento delle ossa tubulari. Le anomalie oculari comprendono la riduzione dell'acuità visiva, la microftalmia, la microcornea, la cataratta, il glaucoma, le anomalie dell'iride e l'atrofia ottica. Sono meno comuni il nistagmo, l'ipoplasia delle rime palpebrali, l'epicanto e lo strabismo convergente. La maggior parte dei pazienti presenta anomalie della dentizione permanente e primitiva, associate a microdonzia, anodontia parziale, ipoplasia dello smalto, carie multiple e perdita prematura dei denti. I sintomi neurologici sono comuni e variabili e comprendono la disartria, i disturbi neurogeni della vescica, la paraparesi spastica, l'atassia, la debolezza muscolare della tibia anteriore e le convulsioni. Alcuni pazienti presentano orecchie displastiche e sordità di tipo trasmissivo. È stato osservato un lieve ritardo psicomotorio. L'imaging cerebrale mediante risonanza magnetica (MRI) mostra anomalie della sostanza bianca. Possono essere presenti unghie fragili e alterazioni dei capelli (ipotricosi e crescita lenta). Sono state descritte raramente cardiopatie, che comprendono aritmie o malformazioni congenite (difetto del setto ventricolare). In un solo caso sono state osservate ernia ombelicale, vene optociliari congenite e ipoglicemia chetotica ricorrente nella prima infanzia. La DODD è dovuta alle mutazioni eterozigoti nel gene GJA1 (6q22-q23), che codifica per una proteina gap junction, la connessina 43 (Cx43). Sono state identificate più di 40 mutazioni patogenetiche. Sono state descritte le mutazioni nel gene GJA1 anche nella sindattilia tipo 3 (si veda questo termine), suggerendo che queste due condizioni cliniche facciano parte dello stesso spettro fenotipico. Nella maggior parte dei casi, la DODD è trasmessa come carattere autosomico dominante a elevata penetranza ed espressione variabile. Nei casi sporadici di DODD, è stata notata un'età paterna avanzata. Sono state descritte cinque famiglie che presentavano apparentemente una trasmissione autosomica recessiva, ma questo dato necessita di essere confermato. La diagnosi si basa sui segni clinici e può essere confermata attraverso le analisi molecolari. La diagnosi differenziale si pone con un ampio gruppo di sindromi che associano segni scheletrici, oculari, dentali e neurologici. Si raccomanda di offrire la consulenza genetica ai pazienti affetti da DODD. Nei casi familiari, il rischio di ricorrenza è elevato e deve essere presa in considerazione la diagnosi prenatale della mutazione. La presa in carico è multidisciplinare. Il follow-up sistematico deve comprendere l'esame completo dell'occhio, dei denti, gli esami neurologici e audiologici. Dato che il glaucoma può causare cecità, i pazienti a rischio dovrebbero essere sottoposti a un trattamento preventivo. È indicata la chirurgia plastica od ortopedica per i difetti gravi degli arti. L'identificazione precoce della sindrome è essenziale ai fini preventivi e per il trattamento dei segni clinici.
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