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Febbre emorragica virale
ORPHA:341
Livello di Classificazione: Gruppo di malattie- Sinonimo/i : -
- Prevalenza: Sconosciuto
- Trasmissione: Non applicabile
- Età di esordio: Qualsiasi età
- ICD-10: -
- OMIM: -
- UMLS: C0019104 C0282687
- MeSH: -
- GARD: 5494
- MedDRA: -
Riassunto
Le febbri emorragiche virali sono un gruppo di infezioni virali contagiose, scoperte di recente, caratterizzate da emorragie gravi, multiple e spesso fatali. Le febbri emorragiche Africane comprendono la febbre da virus Lassa, nota dal 1969, la malattia di Marburg, descritta per la prima volta nel 1967, e la febbre da virus Ebola, scoperta nel 1976. Le febbri emorragiche possono essere causate anche da altri virus (ad esempio, febbre da Arbovirus; si veda questo termine). Il serbatoio di infezione della febbre da virus Lassa è un roditore che trasmette il virus all'uomo in modo diretto, senza utilizzare un vettore. Dopo un periodo di incubazione di 7 giorni, compaiono febbre e faringite emorragica ulcerativa, seguite da pleuropolmonite. La malattia evolve nella remissione spontanea o in un'emorragia polmonare o digestiva profusa, che porta al decesso nel 35-70% dei casi. I virus Ebola e Marburg appartengono alla famiglia dei filoviridae virali e i loro serbatoi di infezione non sono noti. Il primo focolaio epidemico di Marburg è stato descritto in un gruppo di cercopitechi verdi importati dall'Uganda. Il virus Ebola è responsabile di epidemie assassine circoscritte all'Africa centrale. Il contagio tra gli uomini avviene soprattutto per contatto diretto con la malattia o con prodotti biologici infettati, piuttosto che attraverso le vie respiratorie. I sintomi clinici si evidenziano dopo un'incubazione di 4-16 giorni, che, nella fase iniziale, comprende la febbre, la cefalalgia, la mialgia e la soffusione congiuntivale. In seguito si evidenziano i sintomi digestivi, con nausea, vomito e diarrea, associati a leuco-trombocitopenia. La fase successiva è caratterizzata da emorragie nasali, intestinali o genitali. Le alterazioni biologiche comprendono l'aumento isolato delle transaminasi e i segni della coagulazione intravasale disseminata. La malattia di solito è fatale dopo pochi giorni. Il trattamento è sintomatico. La prevenzione secondaria interna in ospedale si basasulla stretta quarantena dei pazienti affetti. È una malattia a dichiarazione internazionale obbligatoria.
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Articolo per i professionisti
- Linee guida di buona pratica clinica
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