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Ipofosfatasia
ORPHA:436
Livello di Classificazione: MalattiaRiassunto
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L'ipofosfatasia è una malattia rara, caratterizzata da un difetto di mineralizzazione delle ossa e dei denti e da deficit dell'attività della fosfatasi alcalina sierica e ossea. La frequenza della malattia è stata stimata in circa 1/100.000 per quanto riguarda le forme gravi. L'espressione clinica è molto variabile e può comprendere la morte neonatale, in assenza di mineralizzazione delle ossa, oppure la perdita prematura dei denti, in assenza di sintomi scheletrici. A seconda dell'età alla diagnosi, sono state identificate sei forme cliniche: perinatale (letale), benigna perinatale, neonatale, infantile, dell'età adulta e l'odonto-ipofosfatasia. Nella forma perinatale letale, i pazienti presentano gravi anomalie della mineralizzazione in utero. Nella forma benigna prenatale, questi sintomi migliorano spontaneamente. I sintomi clinici della forma neonatale comprendono le complicazioni respiratorie, la craniosinostosi prematura, la demineralizzazione diffusa e le alterazioni rachitiche nelle metafisi. La forma infantile è caratterizzata da anomalie scheletriche, bassa statura e andatura a base allargata, mentre la forma adulta presenta contratture da stress, dolori alle cosce, condrocalcinosi e grave osteoartropatia. L'odonto-ipofosfatasia è caratterizzata dall'esfoliazione prematura dei denti primitivi ben radicati e/o da gravi carie dentali, spesso non associate ad anomalie scheletriche. La malattia è dovuta alle mutazioni del gene della fosfatasi alcalina ossea/epatica/renale (ALPL), che codifica per la fosfatasi alcalina tessuto-non specifica (TNAP). La diagnosi si basa sulle analisi di laboratorio e sul sequenziamento del DNA del gene ALPL. Nell'ipofosfatasia, l'attività della fosfatasi alcalina (FA) sierica è ridotta in modo significativo, mentre sono elevate le fosfoetanolamine (FEA) nelle urine. Con il sequenziamento, sono state identificate circa il 95% delle mutazioni responsabili delle forme gravi (perinatale e neonatale) della malattia. La consulenza genetica è complicata da variabilità della trasmissione (autosomica dominante o autosomica recessiva), dall'esistenza della forma prenatale benigna e dalla penetranza incompleta del gene-malattia. L'analisi mutazionale del DNA sui villi coriali rende possibile la diagnosi prenatale dell'ipofosfatasia grave. Non esiste un trattamento curativo per l'ipofosfatasia, anche se hanno dato buoni risultati i trattamenti sintomatici con farmaci anti-infiammatori non-steroidei o la teriparatide. La terapia enzimatica sostitutiva sarà la cura più promettente nei prossimi anni.
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