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Encefalopatia etilmalonica
ORPHA:51188
Livello di Classificazione: MalattiaRiassunto
L'encefalopatia da acido etilmalonico (EE) è caratterizzata da un aumento di escrezione dell'acido etilmalonico (EMA) con petecchie ricorrenti, acrocianosi ortostatica e diarrea cronica, associata a ritardo dello sviluppo neurologico, regressione psicomotoria, ipotonia e anomalie alla risonanza magnetica cerebrale. Sono stati descritti finora meno di 40 casi. La malattia è presente alla nascita o nei primissimi mesi di vita. Si associa a tetraplegia spastica. Oltre all'aumento dell'escrezione di EMA, possono essere presenti nelle urine modeste o elevate quantità di acido metilsuccinico e di C4-C6-aciglicina (isobutiril-, isovaleril-, 2-metilbutiril-, esanoilglicina). Nel sangue risultano elevati i livelli di C4-C6-carnitine (butiril-, isobutiril-, isovaleril- e esanoilcarnitina). La malattia viene trasmessa come carattere autosomico recessivo ed è dovuta a mutazioni del gene ETHE1 (cromosoma 19q13). La diagnosi si basa sul quadro clinico, sulle analisi biochimiche e, più recentemente, sullo studio del genotipo. Dato che sono state identificate numerose mutazioni correlate alla malattia, l'analisi molecolare deve prevedere il sequenziamento dei sette esoni del gene ETHE1. La diagnosi di EE da mutazione di ETHE1 è evidente se nel paziente è presente omozigosi o eterozigosi composta (confermata dall'analisi molecolare dei genitori). In alcuni pazienti affetti da EE, le analisi del sangue e delle urine possono fornire risultati simili a quelli ottenuti nel deficit multiplo di acil-CoA deidrogenasi (MADD o aciduria glutarica tipo 2, si veda questo termine). In altri casi, i risultati sono analoghi a quelli presenti nel deficit di acil-CoA deidrogenasi a catena corta (SCADD, si veda questo termine), malattia nella quale è evidente un aumento dei livelli di EMA nelle urine, in presenza o in assenza di una elevazione dei livelli di butirilcarnitina nel sangue. Quanto meno nei casi gravi, sono caratteristiche dell'EE le petecchie ricorrenti, l'acrocianosi ortostatica e la diarrea cronica. Tuttavia, sarà necessario identificare più casi, prima di potere stabilire l'esistenza di forme meno gravi di EE con segni clinici analoghi alla MADD e alla SCADD. Queste malattie devono pertanto essere considerate nella diagnosi differenziale dell'EE. In assenza di mutazioni nel gene ETHE1, l'analisi molecolare deve prevedere il sequenziamento del gene SCAD (mutazioni responsabili di SCADD) e, successivamente, dei due geni di trasferimento degli elettroni della flavoproteina (ETFA e ETFB) e del gene ETFDH (mutazioni responsabili di MADD). La diagnosi prenatale dell'EE è possibile nel caso in cui siano state identificate mutazioni su entrambi i cromosomi. I pazienti affetti da EE sono stati trattati con risultati più o meno soddisfacenti con L-carnitina, riboflavina e/o coenzima Q10 e con altre terapie vitaminiche in grado di migliorare il metabolismo energetico e alleviare lo stress ossidativo. Quando sarà identificata la funzione della proteina che codifica per il gene ETHE1, sarà possibile sviluppare un trattamento più adeguato. La prognosi non è generalmente buona: nonostante l'esistenza di casi cronici meno gravi, molti pazienti muoiono prima dei dieci anni.
Un testo su questa malattia è disponibile in Deutsch (2007) English (2007) Español (2007) Français (2007) Nederlands (2007)
Informazioni dettagliate
Articoli di revisione sulla malattia
- Articolo di genetica clinica
- English (2017) - GeneReviews


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