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Malattia di Stargardt
Definizione della malattia
Si tratta di una malattia oculare rara, di solito caratterizzata da perdita progressiva della visione centrale associata a chiazze maculari e perimaculari irregolari di colore giallo-bianco sul fondo dell'occhio, e a una lesione atrofica maculare centrale con aspetto ''a bronzo battuto''.
ORPHA:827
Livello di Classificazione: Malattia- Sinonimo/i
:
- Fundus flavimaculatus
- Stargardt 1
- Prevalenza: 1-5 / 10 000
- Trasmissione: Autosomica dominante o Autosomica recessiva
- Età di esordio: Anziani, Infanzia, Adolescenti, Età adulta
- ICD-10: H35.5
- ICD-11: 9B70
- OMIM: 248200 600110 603786
- UMLS: C0271093
- MeSH: D000080362
- GARD: 181
- MedDRA: 10062766
Riassunto
Dati epidemiologici
La prevalenza è stimata in 1/8.000 - 10.000. I maschi e le femmine sono colpiti in uguale misura.
Descrizione clinica
Di solito la malattia esordisce nelle prime due decadi di vita, ma i sintomi possono manifestarsi anche nell'età adulta, fino alla settima decade. Sebbene la progressione e la gravità siano molto variabili, la malattia di Stargardt (STGD1) in genere è caratterizzata da perdita progressiva della visione centrale associata ad obnubilamento della vista e, occasionalmente, a una progressiva difficoltà di adattamento al buio. Di solito la visione periferica è normale. Nella maggior parte dei pazienti la visione dei colori è compromessa. La malattia può associarsi a fotofobia.
Dati eziologici
La malattia è causata da mutazioni nel gene ABCA4, che codifica un trasportatore delle cassette che legano l'adenosina trifosfato (ATP) (ABCR) e che è espresso nei coni e nei bastoncelli della retina. I difetti nella funzione di ABCR causano l'accumulo di all-trans-retinale e dei suoi derivati citotossici, in particolare i pigmenti lipofuscinici (ad es. diretinoide-piridinio-etanolammina) nei fotorecettori e nelle cellule dell'epitelio pigmentato della retina (RPE), causando la morte delle cellule del RPE e la conseguente perdita dei fotorecettori. Le mutazioni di ABCA4 causano uno spettro di fenotipi che vanno dalla STGD1 alla distrofia dei coni e dei bastoncelli, alla distrofia retinica grave a esordio precoce.
Metodi diagnostici
La diagnosi si basa sull'esame oftalmologico per la valutazione dell'acuità visiva e del campo visivo, sull'oftalmoscopia, sull'elettroretinogramma (ERG), sull'angiografia con fluoresceina (FA), sull'autofluorescenza del fondo oculare (FAF) e sulla tomografia a coerenza ottica (OCT), che evidenziano le anomalie della macula (atrofia progressiva, spesso con aspetto ''a bronzo battuto'') e chiazze pisciformi di colore giallo-bianco che possono localizzarsi solo nella porzione centrale della macula, oppure estendersi oltre le arcate vascolari. Queste chiazze sono iper-autofluorescenti nelle immagini ottenute con la FAF. Nell'85% circa dei pazienti, l'angiografia con fluoresceina evidenzia la caratteristica coroide scura (''silenzio coroideo''). L'analisi molecolare del gene ABCA4 conferma la diagnosi.
Diagnosi differenziale
La diagnosi differenziale si pone con la distrofia multifocale che ricorda la STGD1 e con le distrofie della retina e/o della macula, come la distrofia coroidale centrale areolare (CACD), l'acromatopsia, la distrofia dei coni (CD) e la distrofia dei coni e dei bastoncelli (CRD). Inoltre, esistono due tipi di distrofia maculare autosomica dominante che ricordano la STGD1, ovvero la STGD3 (causata da mutazioni nel gene ELOVL4) e la STGD4 (correlata a mutazioni nel gene PROM1).
Diagnosi prenatale
La diagnosi prenatale è tecnicamente possibile mediante lo screening del gene ABCA4, ma non viene utilizzata nella pratica clinica.
Consulenza genetica
La trasmissione è autosomica recessiva o autosomica dominante. La consulenza genetica è raccomandata per le coppie che portano la mutazione patogenetica, per informarle della probabilità rispettivamente del 25 o del 50% di trasmettere la malattia ai figli.
Presa in carico e trattamento
Le misure preventive mirano a rallentare la progressione della malattia, ad esempio con l'uso di occhiali da sole per evitare l'eccessiva esposizione alla luce visibile. I pazienti non devono assumere integratori contenenti la vitamina A. Si raccomandano regolari valutazioni oftalmologiche. Attualmente diverse opzioni terapeutiche sono in fase di sviluppo; diverse terapie orali che prevengono l'accumulo di lipofuscina nella malattia di Stargardt sono in fase di sperimentazione in studi clinici di fase II e III. Questi trattamenti inibiscono il ciclo visivo bloccando l'azione di alcuni enzimi nella retina (RPE65/RBP4/LRAT/RDH5), sostituiscono la vitamina A con una sua forma deuterata (ALK001), oppure contribuiscono alla rimozione della lipofuscina degradandola (Soraprazan).
Prognosi
In ragione della marcata variabilità clinica, la prognosi dipende da alcuni parametri (in particolare l'età all'esordio e i risultati dell'elettroretinogramma), che possono aiutare il medico a fornire informazioni al paziente sul decorso della malattia. La STGD1 può progredire rapidamente nell'arco di pochi mesi, oppure in maniera graduale nel corso di diversi anni, e portare a una grave riduzione dell'acuità visiva. In genere la visione periferica è risparmiata, ma alcuni pazienti possono sviluppare il fenotipo coni-bastoncelli, che si associa alla compromissione della funzione periferica della retina.
Un testo su questa malattia è disponibile in Deutsch (2020) English (2020) Español (2020) Français (2020) Nederlands (2020) Greek (2014, pdf) Suomi (2014, pdf)
Informazioni dettagliate
Grande pubblico
- Articolo per il grande pubblico
- Français (2007, pdf) - Orphanet
- Español (2016) - GuíaSalud
Linee guida
- Linee guida di buona pratica clinica
- Español (2017, pdf) - Ministerio de Sanidad
- Français (2021) - PNDS
Disabilità
- Focus Disabilità
- Français (2017, pdf) - Orphanet


Informazioni supplementari